5 Idee fresche per imprenditori

1. Micro casa da affittare. Avere una proprietà da affittare per brevi periodi a non residenti (turisti, viaggiatori d’affari…) è ottimo per produrre reddito passivo. Oggi ci sono molte piattaforme online specializzate negli affitti brevi, come il famoso Airbnb. Però gli immobili sono costosi. Possedere una proprietà tradizionale da affittare, in un’area che ha abbastanza domanda da parte dei viaggiatori, usualmente richiede un grosso investimento iniziale.

idee-per-imprenditori-micro-casa-da-affittare-tLe micro case possono essere una soluzione brillante. Sono case molto piccole che rispondono a una filosofia minimalista, molto attraenti per le persone con una mentalità “green” e a cui piacciono gli stili di vita alternativi. Puoi comprare una micro casa, sono decisamente più economiche delle case tradizionali, o anche costruirne una tu stesso e creare un gioiello architettonico unico, e con un budget molto piccolo ritrovarti già una proprietà elencata e attiva su Airbnb.

Questa è un’ottima idea, la sfida principale è dove piazzare la tua micro casa: usualmente non puoi posizionarla nel bel mezzo di una città, o violeresti regolamenti locali, ma allo stesso tempo non vuoi posizionarla troppo lontana dal centro, in campagna, o probabilmente non ci sarà abbastanza domanda da parte dei viaggiatori. Se puoi comprare (o affittare) un pezzo di terra proprio in prossimità di una città, trovando quel posto giusto che si trova non troppo vicino e non troppo lontano, è perfetto!


2. Petting zoo. In caso non te ne sia accorto, l’intrattenimento per bambini è una nicchia calda. I genitori sono costantemente in cerca di attività per i loro figli che siano divertenti, sicure, e possibilmente educative. Ma mentre oggi c’è un’enorme offerta di intrattenimento virtuale (videogiochi, tv…), molti genitori faticano a trovare attività eccitanti per i loro bambini nella vita reale, specialmente quelli che vivono in città. Una ottima idea è creare un petting zoo per queste famiglie.

idee-per-imprenditori-petting-zoo-tUn petting zoo non deve necessariamente avere animali esotici o costosi: molti bambini che vivono in città non vedono o toccano mai un animale reale in ogni caso, quindi saranno super felici di coccolare anche animali comuni come galline, conigli, caprette, tartarughe. È un vero tipo di impresa che produce felicità: poche cose possono essere terapeutiche -anche per gli adulti- come stabilire un contatto con un animale! Ammetto che sono molto parziale nel dire che questa è un’ottima idea: amo la natura e mi piacerebbe molto creare una impresa di questo tipo in futuro (potrei finire per farlo).

Una mossa furba è introdurre nel tuo petting zoo anche semplici attività educative, per esempio mostrare semi germinati, spiegare come le galline fanno le uova, fornire educazione di base sull’alimentazione, etc… Questo “fattore educativo” probabilmente compiacerà anche i genitori, e renderà il tuo zoo ancora più attraente. Nota che la sfida principale con questa idea è ancora la località: devi trovare un po’ di terra in periferia di una città dove costruire il tuo petting zoo, facile da raggiungere per le famiglie con una breve gita.


3. Mini distributori automatici. Al momento in cui scrivo questo, praticamente tutti i distributori automatici che vengono venduti sul mercato sono grandi, ingombranti, visto che sono pensati per bar/ristoranti ed edifici pubblici. I pochi esistenti che sono piccoli abbastanza da poter essere piazzati su un tavolo sono ridicolmente in sovrapprezzo, e vendono solo una gamma molto limitata di prodotti, come caffè e bevande in lattina, o sono appena poco più che giocattoli che distribuiscono caramelle.

idee-per-imprenditori-mini-distributori-automatici-tMa visto che sempre più persone affittano le loro case su piattaforme come Airbnb, sempre più persone saranno interessate a installare mini distributori automatici per proporre ai loro ospiti una gamma di prodotti come souvenir turistici, libri, snack. Non hanno abbastanza spazio per una macchina gigante alta 1 o 2 metri, ma se possono trovarne una piccola per la loro cucina saranno molto interessati a comprarla.

Il grandioso e ovvio beneficio dei distributori automatici è che generano reddito passivo. Ovviamente: un mini distributore automatico in uno spazio piccolo come una casa privata genererà solo un mini reddito passivo, magari tipo 10-20 euro al mese, ma visto che il reddito è così tanto passivo, molte persone saranno comunque interessate ad averlo. Ti divertiresti a produrre mini distributori automatici? Considera bene l’idea, sento che venderebbero molto bene.


4. Escape room. Un’altra idea per un’impresa che sarebbe molto divertente e che richiede solo un piccolo investimento: è di nuovo intrattenimento nella vita reale, ma questa volta per adulti. A chi non piace giocare all’investigatore e risolvere misteri? Le escape rooms sono stanze in cui i partecipanti sono “intrappolati”, visto che le porte sono serrate o magari non esistono affatto apparentemente, e devono trovare una via di fuga entro un certo periodo di tempo, tipo 1 ora.

idee-per-imprenditori-escape-room-tLa stanza può avere un infinito numero di stili: da una normale stanza di casa, a un ufficio, a un castello, a una giungla, a uno scenario futuristico. Sfiderà i suoi prigionieri con una serie di enigmi, e solo risolvendo questi enigmi i prigionieri troveranno la chiave per fuggire in tempo e raggiungere la “salvezza”.

C’è un enorme spazio per la tua creatività qui: gli enigmi possono prevedere la cooperazione tra i partecipanti ma anche la competizione, uno dei partecipanti potrebbe essere tuo complice e creare disordini nel gruppo, la chiave potrebbe essere una chiave fisica, nascosta da qualche parte, o una parola segreta da pronunciare, la via di fuga potrebbe essere una porta regolare, un buco nascosto sotto un divano, o potresti far crollare le pareti della stanza come gran finale quando i prigionieri risolvono l’ultimo puzzle.

La fantasia è l’ingrediente più importante per il successo qui. Puoi decisamente cominciare in piccolo e creare una escape room con un budget minimo, finché i suoi enigmi saranno divertenti e intriganti per i partecipanti, poi più tardi potrai comprare decorazioni più costose ed effetti speciali, e certamente replicare il processo e costruire una seconda… terza… quarta… escape room con temi differenti.


5. Mobili inusuali. Produrre e/o vendere mobili è un’idea di business intelligente per diverse ragioni, una notevole è che i mobili non scadono. Sono qualcosa che una volta che li hai prodotti richiedono praticamente zero manutenzione, possono sedersi lì in negozio per sempre finché vengono venduti. Considera quanto meno lavoro è richiesto, ad esempio, rispetto a un negozio di alimentari che ha costantemente bisogno di rimpiazzare i cibi scaduti.

idee-per-imprenditori-mobili-inusuali-tSe entri nel mercato dei mobili ti ritroverai a fronteggiare la competizione di giganti come IKEA, ma non c’è bisogno di spaventarsi: loro producono solo mobili “standard” e piuttosto noiosi in grandi quantità, mentre tu puoi creare pezzi fantasiosi e strani, mirando alla nicchia del lusso. Ci sono sempre persone ricche a caccia di qualcosa di diverso e speciale.

Se ti piace il lavoro manuale in effetti puoi anche creare i mobili tu stesso, magari puoi cominciare producendo mobili di piccolo taglio in una officina, e poi gradualmente spostarti verso mobili più grandi e ambiziosi (da vendere a prezzi più alti). In ogni caso considera che anche solo vendere mobili in un negozio, fatti da qualcun altro, è una buona mossa: i mobili stanno seduti lì e si prendono cura di loro stessi, occasionalmente gestirai i clienti che entrano, per il resto puoi semplicemente lavorare a qualcos’altro al computer nel retro del negozio.


Note: Spesso ho più idee imprenditoriali di quante ne possa realizzare io stesso. Ho deciso di condividere queste buone che ho avuto nell’ultimo periodo, visto che so che a molti amici e conoscenti piacerebbe lasciare i loro lavori da impiegati e avviare un’impresa propria.

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Dreams and riddles

Maybe you are already familiar with lucid dreams. It’s those dreams in which maybe you’re busy running away from a monster who is chasing you, or you are flying over a city, or maybe you’re simply traveling in the car with the family, but at a certain point you become aware that the situation is not real. Suddenly, a detail seems exaggerated to you, out of place, and that’s the trigger: you acquire lucidity and understand that you are inside a dream, instead of inside real life.

At this point two things can happen: the first is that you wake up immediately. And this is definitely the one that happens more frequently. In the moment you acquire lucidity the scenario crumbles and you leave the dream, returning to this world.

The second thing that can happen is that you don’t wake up, at least not immediately. Not waking up once you acquire lucidity is extremely difficult, but there is a huge prize for those who succeed: the possibility of exploring and especially manipulating the dream.

The nice thing about not waking up

I find it highly desirable not to wake up as soon as I acquire lucidity inside my dreams, and I definitely don’t think I’m the only one. In the world there is a number of people dedicated to oneironautics, who try to have lucid dreams more or less regularly, traveling inside of them and manipulating them at their will.

It’s not difficult to understand the motivation for this desire: inside a lucid dream you can make everything happen according to your will, really everything: from floating in the space, to chatting with a pharaoh of ancient Egypt, to casting lightnings from the hands. The limits of this world disappear, and yet at the same moment you “feel” things in an extremely vivid way: just like if they were real, even if you are aware that they’re not, since you are in a state of lucidity.

If as lucid you have flown in the sky, not constrained anymore by gravity that anchors you to the ground, or if you strolled freely under the seas, not forced anymore to have to breathe air, then you know well how wonderful the sensations that are felt are. And this is why probably you are enjoying it so much that the last thing you want to do is to wake up.

As for me, when I become lucid inside of a dream of mine I almost always rush to modify it and create a situation to have sex, which says a lot about how “highly spiritual” my deepest desires are. But when it happens, I always do it with some anxiety: I know that I could wake up in any second and lose all the fun.

I always tell myself: “keep calm, don’t agitate, don’t wake up”, but at the end I wake up typically within very few seconds, rather disappointed. The longest of my explorations/manipulations of dreams lasted maybe 10 or 15 seconds.

Having lucid dreams is difficult

The dimension of lucid dreams is extremely fascinating to explore, but still the problem of staying inside of them for more than just few seconds is already a successive problem. The main problem is having lucid dreams, in the first place. In fact usually only a minimal percentage of the dreams we have are lucid dreams.

In my case, I have good memories of the percentage of my dreams in which I acquired lucidity. For example, I remember clearly a dream I had some time ago in which I was running away chased by a monster, very scared, and there at a certain point I stopped thinking “ehi what the heck do I worry about? This monster can’t exist, this is clearly just a dream.”, so I relaxed and woke up, shortly after.

Unfortunately I rarely have this type of realization. Most of the times, inside my dreams, I’m so busy interacting with absurd characters or participating to the craziest adventures, that I really don’t notice that “something is wrong”. And when at the end of the sleep I wake up back in my bed, I am almost upset with myself: how couldn’t I notice that the situation was not credible!

What if dreams are meant to test us?

Many people, included me, wondered often why we dream.

It’s fascinating to think that dreams are a test that is given to us each night, that we pass only by realizing that we are dreaming, therefore entering in a different state of consciousness in which we have access to huge powers. And it’s fascinating to think that someone, or something, projects each night an illusion in our mind, leaving as clues some details out of place, and that it’s our task to notice those details to realize that we are being fooled.

It’s fascinating to think that dreams are not meant to make us sleep, but to make us wake up. But not necessarily wake up to return immediately to this world, but to wake up inside the dreams themselves, so that we can learn to use the power of creation that we have.

In fact, a possibility is that normal dreams, the non lucid ones, for us human beings are nothing else but the anteroom to a “training” field, the one of lucid dreams, in which we can practice our ability to create scenarios, people, creatures, situations according to our will.

Sounds familiar?

If you know what today is known as the law of attraction, maybe the parallel already came to your mind at this point. The law of attraction is the principle according to which we human beings create the reality that surrounds us with our thoughts. The world we have around is nothing else but the reflection of our inner world, and the job we have, the people we meet, the situations we encounter daily, they’re consequence of the thoughts that occupy our mind.

The law of attraction is very very popular, and today it has a huge number of fans, even if I have the impression that few people get results.

The reson in my opinion is that even if many say they believe it with words, almost trying to convince themselves, the truth is that deeply inside of them they don’t. And this is partially valid also for me: I believe in the law of attraction probably much more that the average of people, but still I am aware that I don’t believe it 100%, not yet at least.

For example, I believe to be strongly responsible for which people are present in my social life, and I believe that I have a huge decisional power on the amount of money I earn, and in general I believe that my life is in many ways wonderful exactly because I decided that I wanted it this way. But I still don’t believe that I can make matter apper with my thoughts. I could say that I believe it with words, and in a certain way I feel that “I’d better” believe it, but it would not correspond to what I feel inside. That are still some constraints in this world that seem to me still totally out of my control.

And yet I know well that inside my lucid dreams instead I can do everything, included materializing people and objects, and in fact I do it (having a lot of fun). So who knows, could lucid dreams actually be a demonstration? A demonstration that it’s possible to do practically everything, and that suggests the idea that we can follow a similar process also in this world, using the law of attraction.

What if also this world is meant to test us?

To the idea that two levels exist, the internal one of the dreams that we can successfully manipulate by becoming lucid, and the external one of this world that we can successfully manipulate by using our beliefs, naturally follows the idea to extend the structure and think that n levels could exist: others more internal to the one of dreams, and others more external to the one of this world.

dream-levelsThat levels internal to the level of dreams exist, we actually already know this: they’re embedded dreams, those we experience when we wake up from a dream and we find ourselves still inside a dream. So we were dreaming of dreaming. Also of these, technically called false awakenings, I had experience. And this is also the theme around which the movie Inception is developed, which is based on a very original idea, even if in my opinion it has been realized in a very confusional way.

That levels external to the level of this world exist, instead, we don’t know it well. And yet the idea that this world could also be a dream, a sort of illusion, has already been suggested by many authors in many ways. The first ones that come to my mind: the book The little prince (what is essential is invisible to the eye), the books of Peter Kingsley (what isn’t there, in front of our eyes, is usually more real than what is), the movie The matrix (in which what many know are “reality” is instead a projection created by machines), the movie The Truman show (in which what the main character knows as “reality” is instead a projection created by other people).

If the idea with which these and many other works flirt is true, and therefore this world that we’re used to consider absolutely “real” instead is also just a sort of dream, the consequence is that the life we live inside of it can be seen in every aspect as a test, an enigma to solve, a riddle. And the first step to get to the solution is to see the illusion: to acquire lucidity here too.

Life as a riddle

Naturally, of the fact that life represents a giant riddle and that therefore our task is to solve it, this riddle, there is no evidence. And there is no evidence that this world that we perceive with our senses is only partial, and that there are external levels. It’s a fascinating speculation.

Choosing to believe that in life there is nothing to become aware of, or choosing to believe that in life there is something to become aware of: this is an absolutely personal decision, that all of us take more or less consciously, based exclusively on our intuition. No one will be able to give us a guarantee that we made the right or the wrong choice.

However take into account that this choice has an enormous impact on the life that we end up living. Because in the first case it will be a series of events, people, images, that follow one the other without any particular reason, until we die. In the second case we are collecting clues. When events or people enter our life, we tend to wonder if they entered it to make us realize something. Are they there to make us understand that we’re letting ourselves be distracted by illusions? Are they there because we materialized them?

When we decide that in life there is something to discover (that we can wake up, that we can strongly manipulate the external world) we change a lot. Antennas grow inside of ourselves and they make us more able to notice coincidences, the so called synchronicities, the deja vus. And we tend to question things more, without accepting as fact that reality “is reality” and that’s it.

My personal riddle

I tend to choose the second approach: I believe that I am alive because I have something to learn, something to do. And I feel that there’s something to understand in all this story, even if it’s not necessarily clear what thing.

The reason for this choice is simple: it’s my intuition that tells me so, and in addition it’s also the more exciting option.

Since no one can estabilish with certainty if it’s true or not that life is a sort of dream, in which we actually have to wake up from something, I decide that it is so. It seems to me that this is the decision that makes more sense since it fills life with a special magic, a magic that I’ve been lucky to experience several times already.

I woke up from a series of illusions that kept me distracted for years in the past, for example the importance of money, and this was the starting point from which magical things really started to appear -or multiply-. The sunsets of indescribable beauty, the travel adventures and the explorations in hidden places, all for me, the people who made me feel understood and loved, completely new scenarios and atmospheres, they entered my life only after I became lucid, after I freed myself from some ridiculous illusions inside of which I was moving and agitating before, unconscious.

I think I woke up from a certain number of illusions, and in some ways I think I’m living in this world in a state of lucidity, but probably this is a partial awakening. Probably there are still many other illusions that keep me distracted and asleep, but I still can’t see those. Who knows what they are and how many they are.

In fact, I wonder to what degree it is possible to wake up in this world. Is it possible to notice enough clues to reach a sort of full awakening? Is it possible to acquire such a level of lucidity to be able to effectively apply the law of attraction, and manipulate 100% matter and events?

It’s fascinating to wonder if someone ever succeeded at it in the course of history, and if yes how many. And what happened to them after? They are still in this level, busy modeling the universe, or they woke up in a successive level, busy with another bigger dream?

Who knows how many dreams there are in total in the onion structure? Who knows how many riddles there are to solve?


Notes: I wrote that in my lucid dreams “I can do everything”, and it’s true, but I want to add that often I experience a sort of inertia in manipulating my dreams. When I become lucid, if for example I try to materialize people, these usually don’t appear immediately well defined, but their shapes form slowly, with some labor, and in the effort of clarifying their looks often I wake up. I wonder if it depends on my little practice.

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Sogni e indovinelli

Forse siete già familiari con i sogni lucidi. Si tratta di quei sogni in cui magari siete impegnati a fuggire da un mostro che vi insegue, o state volando sopra una città, o magari state semplicemente viaggiando in macchina con la famiglia, ma a un certo punto vi rendete conto che quella situazione non è reale. Improvvisamente, un dettaglio vi sembra esagerato, fuori posto, e scatta la molla: acquisite lucidità e capite di trovarvi dentro un sogno, anziché nella vita vera.

A questo punto possono succedere due cose: la prima è che vi svegliate subito. E questa è decisamente quella che accade più frequentemente. Nel momento in cui acquisite lucidità lo scenario crolla e uscite dal sogno, ritornando in questo mondo.

La seconda cosa che può succedere è che non vi svegliate, almeno non immediatamente. Non svegliarsi una volta che si è acquisita lucidità è estremamente difficile, eppure c’è un grosso premio in palio per chi ci riesce: la possibilità di esplorare e soprattutto manipolare il sogno.

Il bello di non svegliarsi

Io trovo fortemente desiderabile non svegliarmi appena acquisisco lucidità dentro i miei sogni, e non credo certo di essere l’unico. Nel mondo esiste un numero di persone dedite all’onironautica, che provano ad avere sogni lucidi più o meno regolarmente, navigando dentro di essi e manipolandoli a piacimento.

Non è difficile capire il motivo di questo desiderio: dentro un sogno lucido puoi far accadere di tutto secondo la tua volontà, ma proprio di tutto: da fluttuare nello spazio, a chiacchierare con un faraone dell’antico Egitto, a emettere fulmini dalle mani. I limiti di questo mondo spariscono, eppure nello stesso momento “senti” le cose in maniera straordinariamente vivida: proprio come se fossero reali, pur essendo cosciente che non lo sono, visto che sei in uno stato di lucidità.

Se da lucidi avete volato nel cielo, non più costretti dalla forza di gravità che vi àncora al suolo, o se avete gironzolato liberamente sotto i mari, non più vincolati a dover respirare aria, allora sapete bene quanto meravigliose siano le sensazioni che si provano. E per questo probabilmente ve la state godendo così tanto che l’ultima cosa che volete fare è svegliarvi.

In effetti, quando io divento lucido dentro un mio sogno quasi sempre mi precipito a modificarlo e creare una situazione per fare sesso, il che la dice lunga su quanto “altamente spirituali” siano i miei desideri più profondi. Ma quando succede, lo faccio sempre con una certa ansia: so che potrei svegliarmi da un secondo all’altro e perdermi tutto il divertimento.

Mi dico sempre: “mantieni la calma, non agitarti, non svegliarti”, ma alla fine mi sveglio tipicamente nel giro di pochissimi secondi, piuttosto contrariato. La più lunga delle mie esplorazioni/manipolazioni dei sogni è durata forse 10 o 15 secondi.

Avere sogni lucidi è difficile

La dimensione dei sogni lucidi è estremamente affascinante da esplorare, eppure il problema di restarci per più che pochi secondi è già un problema successivo. Il problema principale è proprio avere sogni lucidi, in primo luogo. Infatti di solito solo una percentuale minima dei sogni che facciamo sono sogni lucidi.

Nel mio caso, ho buona memoria della percentuale dei miei sogni in cui ho acquisito lucidità. Ad esempio, ricordo chiaramente un sogno di qualche tempo fa in cui scappavo inseguito da un mostro, spaventatissimo, in cui a un certo momento mi fermato pensando “ehi ma che cavolo mi agito a fare? Questo mostro non può esistere, questo è chiaramente solo un sogno.”, al che mi sono rilassato e poi svegliato, poco dopo.

Sfortunatamente questo tipo di presa di coscienza mi capita raramente. Il più delle volte, dentro i miei sogni, sono talmente occupato a interagire con personaggi assurdi o a partecipare alle avventure più pazzesche, che proprio non mi accorgo che “qualcosa non va”. E quando alla fine del sonno mi risveglio nel mio letto, sono quasi incavolato con me stesso: come ho potuto non accorgermi che quella situazione non era credibile!

E se i sogni servissero a metterci alla prova?

Molte persone, tra cui io, si sono chieste spesso perché sognamo.

E’ affascinante pensare che i sogni siano una prova che ci viene riproposta ogni notte, che superiamo appunto solo accorgendoci di stare sognando, entrando quindi in uno stato di coscienza differente in cui abbiamo accesso a poteri enormi. Ed è affascinante pensare che qualcuno, o qualcosa, proietti ogni notte un’illusione nella nostra mente, lasciando come indizi dei dettagli fuori posto, e che sta a noi notare tali dettagli per accorgerci che stiamo subendo un inganno.

E’ affascinante pensare che i sogni non servano a farci dormire, ma a farci svegliare. Ma non necessariamente a farci svegliare per ritornare subito in questo mondo, ma a farci svegliare dentro i sogni stessi, in modo da imparare a utilizzare il potere di creazione che abbiamo.

In effetti, una possibilità è che i sogni normali, quelli non lucidi, per noi esseri umani non siano nient’altro che l’anticamera a un campo di “esercitazione”, quello dei sogni lucidi, in cui possiamo praticare l’abilità di creare scenari, persone, creature, situazioni secondo la nostra volontà.

Vi suona familiare?

Se conoscete quella che oggi è conosciuta come legge di attrazione, forse il parallelo vi è già venuto in mente a questo punto. La legge di attrazione è il principio secondo cui noi esseri umani creiamo la realtà che ci circonda con i nostri pensieri. Il mondo che abbiamo intorno altro non è che il riflesso del nostro mondo interiore, e il lavoro che facciamo, le persone che incontriamo, le situazioni che ci capitano quotidianamente, sono conseguenza dei pensieri che occupano la nostra mente.

La legge di attrazione è davvero molto popolare, e oggi ha un grandissimo numero di fans, anche se ho l’impressione che ben pochi ottengano risultati.

Il motivo secondo me è che anche se molti dicono di crederci a parole, cercando quasi di autoconvincersi che è così, in verità nel profondo dentro di loro non ci credono. E questo vale parzialmente anche per me: io credo alla legge di attrazione probabilmente molto di più della media delle persone, eppure sono cosciente di non crederci al 100%, non ancora almeno.

Ad esempio, credo di essere fortemente responsabile di quali persone sono presenti nella mia vita sociale, e credo di avere un enorme potere decisionale sulla quantità di denaro che guadagno, e in generale credo che la mia vita sia per molti aspetti meravigliosa proprio perché ho deciso di volerla così. Ma non credo ancora di poter far apparire della materia col pensiero. Potrei dire che ci credo a parole, e in un certo senso sento che “farei bene” a crederci, ma non corrisponderebbe a quello che sento dentro. Ci sono alcuni vincoli di questo mondo che mi sembrano ancora totalmente fuori dal mio controllo.

Eppure so bene che nei miei sogni lucidi invece posso fare tutto, incluso materializzare persone e oggetti, e infatti lo faccio (divertendomi parecchio). Allora chissà che i sogni lucidi non siano appunto una dimostrazione? Una dimostrazione che è possibile fare praticamente qualunque cosa, e che ci suggerisce l’idea di poter seguire un processo simile anche in questo mondo, usando la legge di attrazione.

E se anche questo mondo servisse a metterci alla prova?

All’idea che esistano due livelli, quello interno dei sogni che possiamo riuscire a manipolare diventando lucidi, e quello esterno di questo mondo che possiamo riuscire a manipolare usando le nostre credenze, segue naturalmente l’idea di estendere la struttura e pensare che possano esistere n livelli: altri ancora più interni a quello dei sogni, ed altri ancora più esterni a questo mondo.

livelli-dei-sogniChe esistano degli livelli interni al livello dei sogni in effetti lo sappiamo già: si tratta dei sogni incapsulati, quelli che sperimentiamo quando ci svegliamo da un sogno e ci ritroviamo ancora dentro un sogno. Quindi stavamo sognando di stare sognando. Anche di questi, che tecnicamente si chiamano falsi risvegli, io ho avuto esperienza. E questo tra l’altro è il tema su cui si sviluppa il film Inception, che è basato su un’idea molto originale, seppure a mio parere è stato realizzato in modo molto confusionario.

Che esistano degli livelli esterni al livello di questo mondo, invece, non lo sappiamo bene. Eppure l’idea che proprio questo mondo possa essere anch’esso un sogno, una sorta di illusione, è già stata suggerita da tantissimi autori in tantissime forme. Le prime che mi vengono in mente: il libro Il piccolo principe (l’essenziale è invisibile agli occhi), i libri di Peter Kingsley (quel che non è lì, di fronte ai nostri occhi, è usualmente più reale di quello che c’è), il film Matrix (in cui quella che molti conoscono come “realtà” è invece una proiezione creata dalle macchine), il film Truman show (in cui quella che il protagonista conosce come “realtà” è invece una proiezione creata da altre persone).

Se l’idea corteggiata in queste e molte altre opere è vera, e quindi questo mondo che siamo abituati a considerare assolutamente “reale” invece è anch’esso solo una specie di sogno, ne segue la vita che viviamo al suo interno può essere vista a tutti gli effetti come una prova, un rompicapo da risolvere, un indovinello. E il primo passo per arrivare alla soluzione sta proprio nel vedere l’illusione: acquisire lucidità anche qui.

La vita come un indovinello

Naturalmente, del fatto che la vita costituisca un gigantesco enigma e che quindi il nostro compito sia risolverlo, questo indovinello, non esiste alcuna prova. Né esiste prova che questo mondo che percepiamo coi nostri sensi sia solo parziale, e che esistano dei livelli esterni. Si tratta di un’affascinante speculazione.

Scegliere di credere che nella vita non ci sia niente di cui accorgersi, o scegliere di credere che nella vita ci sia qualcosa di cui accorgersi: questa è una decisione assolutamente personale, che tutti noi prendiamo più o meno coscientemente, basandoci esclusivamente sul nostro intuito. Nessuno potrà darci garanzia che abbiamo fatto la scelta giusta o sbagliata.

Eppure tenete in conto che questa scelta ha un impatto enorme sulla vita che ci ritroviamo a vivere. Perché nel primo caso sarà una serie di eventi, persone, immagini, che si susseguono senza un motivo particolare, fino alla morte. Nel secondo caso stiamo raccogliendo indizi. Quando degli eventi o delle persone entrano nella nostra vita, tendiamo a domandarci se ci sono entrate per farci accorgere di qualcosa. Sono lì per farci capire che ci stiamo facendo distrarre da illusioni? Sono lì perché le abbiamo materializzate noi?

Quando decidiamo che nella vita c’è qualcosa da scoprire (che ci si può svegliare, che si può manipolare fortemente il mondo esterno) noi stessi cambiamo tantissimo. Ci crescono dentro delle antenne che ci rendono più abili a notare le coincidenze, le cosiddette sincronicità, i deja vu. E tendiamo a mettere di più in dicussione le cose, senza dare per scontato che la realtà “sia la realtà” e basta.

Il mio indovinello personale

Io tendo a scegliere il secondo approccio: credo di essere in vita perché ho qualcosa da qualcosa da imparare, qualcosa da fare. E sento che c’è qualcosa da capire in tutta questa storia, anche se non mi è necessariamente ben chiaro cosa.

Il motivo di questa mia scelta è semplice: me lo dice il mio intuito, e oltretutto è anche l’opzione più eccitante.

Visto che nessuno può stabilire con certezza se è vero o no che la vita sia una specie di sogno, in cui c’è effettivamente da svegliarsi rispetto a qualcosa, decido io che è così. Mi sembra la decisione più sensata visto che riempie la vita di una magia particolare, una magia che io ho avuto la fortuna di provare già diverse volte.

Mi sono svegliato da una serie di illusioni che mi hanno tenuto distratto per anni in passato, ad esempio l’importanza del denaro, e questo è stato il punto di partenza da cui sono davvero iniziate ad apparire -o moltiplicarsi- cose magiche nella mia vita. I tramonti di una bellezza indescrivibile, le avventure di viaggio e le esplorazioni in posti nascosti, tutti per me, le persone che mi hanno fatto sentire capito e amato, scenari e atmosfere completamente nuovi, sono entrati nella mia vita solo dopo aver acquisito lucidità, dopo essermi liberato da delle illusioni ridicole dentro le quali prima mi muovevo e mi agitavo, incosciente.

Penso di essermi svegliato rispetto a una certo numero di llusioni, e per certi versi penso di vivere in questo mondo in uno stato di lucidità, ma probabilmente si tratta di un risveglio parziale. Probabilmente ci sono ancora molte altre illusioni che mi distraggono e mi tengono addormentato, ma di cui ancora non riesco ad accorgermi. Chissà quali e quante sono.

In effetti mi chiedo fino a che grado ci si può svegliare in questo mondo. Si può riuscire a notare abbastanza indizi da raggiungere una sorta di risveglio completo? Si può riuscire ad acquisire un livello di lucidità tale da poter davvero applicare efficacemente la legge di attrazione, e manipolare al 100% la materia e gli eventi?

E’ affascinante chiedersi se qualcuno c’è mai riuscito nel corso della storia, e se si in quanti. E dopo che fine hanno fatto? Sono ancora in questo livello, impegnati a plasmare l’universo, o si sono svegliati in un livello successivo, alle prese con un altro sogno più grande?

Chissà quanti sogni ci sono in totale nella struttura a cipolla? Chissà quanti sono gli indovinelli da risolvere?


Note: ho scritto che nei miei sogni lucidi “posso fare tutto”, ed è così, però voglio precisare che io spesso sperimento una certa inerzia nel manipolare i miei sogni. Quando divento lucido, se ad esempio provo a materializzare delle persone, queste di solito non appaiono immediatamente ben delineate, ma le loro sembianze si formano lentamente, con una certa fatica, e nello sforzo di renderne chiaro l’aspetto spesso mi sveglio. Mi chiedo se dipende dalla mia poca pratica.

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La direzione di questo blog

Chi tiene d’occhio questo blog avrà sicuramente notato che ultimamente pubblico meno frequentemente, e che i post si sono fatti più lunghi e più “seri”. Questo cambio di direzione non è casuale, ma è conseguenza di una serie di valutazioni che ho fatto su cosa voglio che sia questo blog, e sulla strategia che voglio seguire per diffonderne i contenuti.

Cancellare o non cancellare?

Se dò uno sguardo a quello che pubblicavo fino a qualche tempo fa, ammetto che mi vengono i brividi. E non solo qui sul blog, ma in generale su internet: ho scritto e detto una marea di stupidaggini, cose superficiali o insignificanti, commentato articoli/video altrui con odio, razzismo, sarcasmo, ego. Gli stadi della stupidità li ho attraversati proprio tutti -non me ne sono fatto mancare nessuno- e adesso li riconosco in tutte quelle scemenze pubblicate in passato.

Il primo che mi viene in mente è un video su Youtube in cui discutevo le insensatezze del sistema scolastico in Italia, in cui il punto centrale era che secondo me si fanno studiare i ragazzi per troppe ore, e oltretutto spesso facendogli memorizzare nozioni inutili. Sono ancora d’accordo con molti punti espressi in quel video, ma in un pezzo includevo, tra le materie di studio “inutili”, la filosofia. Il che oggi mi sembra una follia, perché adesso considero la filosofia una delle cose più importanti da insegnare ai ragazzi.

In maniera analoga, ho cambiato idea su tantissime altre cose, e la tentazione di cancellare molte delle stupidaggini pubblicate in passato è forte, però ancora resisto. Dopotutto, dove piazzare la linea al di sopra della quale “va bene”? Quali articoli e video che ho pubblicato sono abbastanza buoni per essere lasciati su internet, e quali sono al di sotto della soglia di tolleranza? Fare questa pulizia mi darebbe troppo la tentazione di lasciare online solo pochissime cose prodotte che considero di “alto livello”, e sarebbe pericoloso perché alimenterebbe il mio perfezionismo.

Oltretutto, rileggo le cose stupide e superficiali che ho pubblicato in passato con un certo affetto, perché mi ricordano il percorso che ho fatto per arrivare qui.

Spesso ascolto e leggo le idee di molte persone che producono contenuti su internet, che mi piacciono e che seguo, e mi sembrano così dannatamente sagge, intelligenti e piene d’amore, che non riesco proprio a immaginare che quelle persone siano mai passate attraverso tutta questa stupidità per arrivare a quello stadio di “evoluzione”. Mi viene quasi da pensare che siano state, più o meno, sempre così.

Ma io no. Non che adesso mi consideri particolarmente saggio, intelligente o pieno d’amore, ma almeno mi sembra di essere molto più maturo di quanto ero fino a pochi anni fa. Sono cambiato tantissimo in questi ultimi anni, un cambiamento sicuramente non indolore, ma di cui sono piuttosto orgoglioso. Eppure è avvenuto facendo tutti gli errori possibili e immaginabili, nessuno escluso.

C’è ancora spazio per errori e stupidaggini

Naturalmente, non c’è da preoccuparsi: di errori e stupidaggini probabilmente continuerò a produrne a pacchi. Immagino che in futuro leggerò quello che scrivo in questo periodo e penserò “come potevo non accorgermi di quanto era stupido!” o “come mi è saltato in mente di pubblicare una tale idiozia!”.

Né ho l’intenzione di mettere al bando ogni argomento superficiale dal blog, e scrivere solo di temi profondi e seri, suona piuttosto noioso. La capacità di spaziare da temi come la spiritualità e l’economia, a temi come il Centipede umano e Two girls one cup*, è una delle cose che più apprezzo della mia personalità. Cercai di spiegare questo lato del mio carattere nel post Inseparable emotions. Oltretutto, spesso gli argomenti superficiali sono un ottimo materiale di base per sviluppare post o video divertenti, che facciano ridere. E ridere e far ridere è decisamente una delle missioni della mia vita.

Resta comunque il fatto che ho deciso di cambiare l’approccio a quello che pubblico (e a come lo pubblico) qui sul blog e nei vari siti internet collegati, non appena mi sono chiarito nella testa alcune cose. Innanzitutto:

Cosa voglio che sia questo blog

Capire cosa volevo che fosse questo blog è stato un processo molto graduale, che ha richiesto parecchio tempo. Che volessi uno spazio per dare voce a tutte le mie “teorie”, quelle con cui tormento puntualmente amici e parenti, era ovvio già tantissimi anni fa. Così come era ovvio che l’argomento centrale del blog sono proprio io: le mie idee, le mie opinioni, la mia visione del mondo. Per cui è stato subito evidente che il nome del dominio da usare dovesse essere il mio: Paolo.

Un altro paio di aspetti, invece, sono diventati chiari solo dopo molto tempo, ma oggi finalmente anche di questi sono piuttosto sicuro.

Innanzitutto, voglio che questo blog sia uno strumento per produrre bellezza. Per distribuire idee interessanti, originali, utili, che possano migliorare la vita delle persone. Ed è questa la motivazione per cui passo ore a scrivere articoli o produrre video su argomenti che considero “importanti”, impegnandomi a descrivere le idee con chiarezza e semplicità.

Voglio anche che questo blog sia un diario personale, in cui posso raccontare, alternandole agli articoli di interesse generale, le esperienze della mia propria vita. Quello che mi succede, le persone che incontro, i luoghi che esploro, le situazioni che mi capitano durante le mie giornate, e cosa mi sembra di imparare da tutto ciò. Mi piace poter tenere sul blog una traccia del mio percorso di sviluppo personale.

Inoltre, voglio che il blog sia qualcosa che mi corrisponde davvero. Voglio poterlo aprire e ritrovarmi in uno spazio che sappia di me: dallo stile grafico, agli articoli, ai video, alla musica: qualcosa che sia originale, autentico, talentuoso, tormentato, comico. Il che è facile a scriversi ma non a farsi, naturalmente, ma questo almeno è l’obiettivo.

La strategia

Dopodiché c’è la questione della strategia da seguire, che spiega perché da un po’ i post sono piuttosto infrequenti, ma sono piuttosto lunghi.

Il motivo è molto semplice: non voglio diluire i contenuti. Fino a qualche tempo fa pensavo non c’è niente di male a pubblicare sia post seri e pensati a lungo, sia aggiornamenti casuali riguardanti i fatti del giorno, o sciocchezze superficiali tanto per ridere. E infatti è quello che facevo.

Ma poi mi sono reso conto che così facendo diluisco l’efficacia dei messaggi che affido a quei post più lunghi e articolati. E visto che internet ormai viene inondato quotidianamente di contenuti di poco valore -ogni giorno appaiono in rete milioni di nuovi articoli, video, notizie, per la stragrande maggioranza insignificanti- non ha senso cercare di mantenere il ritmo e pubblicare anch’io contenuti con frequenza tanto “per mantenere l’interesse”. Competere puntando sulla quantità, non mi sembra che abbia più molto senso.

La mia considerazione è che ormai la massa di contenuti prodotti dall’umanità è enorme, direi forse eccessiva, e questo si vede sia su internet, dove gran parte dei contenuti insignificanti vengono pubblicati e ignorati, cadendo nel dimenticatoio di internet e praticamente “sparendo” dai motori di ricerca, ma anche nel mondo reale, ad esempio nelle librerie, dove nuovi libri appaiono sugli scaffali a ritmi velocissimi, spesso per vendere solo poche copie e poi sparire dalla vista anch’essi.

La strategia migliore resta, secondo me, competere puntando sulla qualità. Questa ha ancora molto senso. Anche se pubblico nuovi articoli e video più raramente, se i loro contenuti sono “forti”, la gente li cercherà e li raggiungerà. E voglio che la gente sappia che quando raggiunge il mio blog, dentro ci troverà contenuti di alta qualità, senza dover fare la scrematura tra altre sciocchezze pubblicate tanto per pubblicare qualcosa.

Naturalmente, mi continua a venir voglia, ogni tanto, di scrivere pensieri su argomenti superficiali o commentare i fatti del giorno, e fortunatamente per questo ci sono i social network. Quando voglio pubblicare qualcosa di poco valore, o condividere contenuti non originali -quindi prodotti da altre persone- posso semplicemente farlo sui social network. La gente sui social network non ha voglia di assorbire idee o contenuti in ogni caso, ma quasi sempre va lì solo per scorrere in modo veloce e superficiale tra contenuti “facili”, che non provochino alcuna riflessione.

Questo blog invece è la destinazione migliore per quelle che considero le mie idee migliori. Sembra ovvio adesso, eppure ho dovuto pubblicarci sopra una certa quantità di stupidaggini prima di capirlo.

Fino alla prossima valutazione della situazione quindi, la strategia sarà questa: tenere separati gli ambiti, e puntare più sulla qualità che sulla quantità.


Note: * nel caso non li conosciate, si tratta di due film piuttosto popolari con lo stesso attore protagonista: le feci umane.

Relativi: 

The direction of this blog

Those who keep an eye at this blog surely noticed that lately I publish less frequently, and that the posts have become longer and more “serious”. This change of direction is not casual, but it’s a consequence of a series of evaluations that I made on what I want that this blog is, and on the strategy that I want to follow to spread its contents.

To delete or not to delete?

If I take a look and what I was publishing until just a little time ago, I admit that I feel my skin crawling. And not only here on the blog, but in general on internet: I wrote and said a lot of stupid, superficial or meaningless things, I commented on articles/videos of other people with hate, racism, sarcasm, ego. I went through all the stages of stupidity -I didn’t miss a single one- and now I recognize them in all those stupid things that I published in the past.

The first that comes to my mind is a video on Youtube where I discussed the nonsense of the schooling system in Italy, in which the main point was that in my opinion they make the students study for too many hours, and also often they make them memorize too many useless notions. I still agree with many of the points that I made in that video, but in a portion of it I included, among the “useless” subjects, philosophy. And this today seems crazy to me, because now I consider philosophy as one of the most important things to teach to the students.

In a similar way, I changed my mind on many other things, and the temptation of deleting many of the stupid things published in the past is strong, but I still resist. After all, where to place the bar above which “it’s good”? Which articles and videos that I published are good enough to be left on the internet, and which ones are under the threshold of tolerance? Making this cleaning would give me too much the temptation to leave online only very few things that I consider “high level”, and would be dangerous because it would feed my perfectionism.

In addition, I re-read the stupid and superficial things that I published in the past with some affection, because they remind me the journey I had to get here.

Often I listen to and read the ideas of many people who produce contents on internet, people that I like and follow, and they seem so damn wise, intelligent and full of love to me, that I really can’t imagine that those people have ever gone through all this stupidity to get to that stage of “evolution”. I almost tend to think that they have always been, more or less, like this.

But I haven’t. Not that now I consider myself particularly wise, intelligent or full of love, but at least it seems to me that I am much more mature than I was until few years ago. I changed a lot in these last years, a change that definitely has not been painless, but I’m quite proud of it. And yet it happened making all the possible and imaginable mistakes, none excluded.

There’s still room for mistakes and stupid things

Obviously, there’s nothing to worry about: I’ll probably keep on producing tons of mistakes and stupid things. I imagine that in the future I will read the things that I write in this period and I will think “how couldn’t I see that it was stupid!” or “how did the hell came to my mind to publish that idiocy!”.

And I don’t even have the intention of banning every superficial topic from the blog, and write only about deep and serious topics, it sounds quite boring. The ability to span from topics like spirituality and economy, to topics like The human centipede and Two girls one cup*, that’s one of the things that I appreciate more about my personality. I tried to explain this trait of my character in the post Inseparable emotions. In addition, often the superficial topics are great base material to develop funny posts or videos, that make people laugh. And laughing and make people laugh is definitely one of the missions of my life.

However, there’s the fact that I decided to change the approach to what I publish (and how I publish it) here on the blog and on the various internet sites that are related, as soon as I clarified in my head some things. First of all:

What I want that this blog is

Understanding what I wanted this blog to be has been a very gradual process, that required a lot of time. That I wanted a space to give voice to all my “theories”, those I punctually stalk my friends and relatives with, this was obvious already many years ago. Just like it was obvious that the main theme of the blog is exactly me: my ideas, my opinions, my vision of the world. So it was immediately evident that the domain name to use was my own name: Paolo

Another couple of aspects, instead, became clear only after much more time, but today finally I’m quite sure about these too.

First of all, I want that this blog is a tool to produce beauty. To deliver interesting, original, useful ideas, that can improve the life of people. And this is the motivation why I spend hours to write articles and to produce videos on topics that I consider “important”, making an effort to describe the ideas with clarity and simplicity.

I also want that this blog is a personal journal, in which I can write, alternating them to the articles of general interest, the experiences of my own life. What happens to me, the people I meet, the places I explore, the situations I am in during my days, and what I think I learn from all of this. I like to keep on the blog a record of my personal development journey.

And I want that this blog is something that really corresponds to me. I want to open it and find myself in a space that really feels like me: from the graphic design, to the articles, the videos, the music: something that is original, authentic, talented, tormented, comic. It’s easier written than done, obviously, but this is the goal at least.

The strategy

Finally there’s the theme of what strategy to follow, that explains why in the last period the posts are rather infrequent, but pretty long.

The reason is simple: I don’t want to dilute the contents. Until little time ago I thought that there was nothing wrong in publishing both serious posts, coming from a lot of thinking, and also casual updates about the latest news, or superficial things, just for fun. And in fact that’s what I was doing.

But then I realized that by doing this I dilute the effectiveness of the messages that I include in those serious posts, those that come from a lot of thinking. And considered that today the internet is flooded daily with contents of little value -every day millions of new articles, video, news appear on the web, for the vast majority meaningless- it doesn’t make any sense to try to keep the pace and publish contents with high frequency as well just “to retain the interest”. Competing on quantity, it doesn’t seem to make too much sense anymore.

My consideration is that now the mass of contents produced by the humanity is enormous, I would almost say excessive, and this can be seen both in the internet, where most of the meaningless contents are published and ignored, falling in the oblivion of internet and basically “disappearing” from the search engines, but also in the real world, for example in the book stores, where new books appear on the shelves with very fast rhythms, often just to sell few copies and then disappear for the sight as well.

The best strategy is still, in my opinion, to compete on quality. This still makes a lot of sense. Even if I publish new articles and videos more rarely, it their contents are “strong”, people will search for them and reach them. And I want people to know that when they reach my blog, they will find high quality contents inside, without having to skim through other meaningless posts published just to publish something.

Of course, from time to time I still feel like writing thoughts about superficial topics or commenting the latest news, and fortunately there are the social networks for this. When I want to publish something of little value, or share non original contents -so produced by other people- I can simply do that on the social networks. People on social networks don’t want to absorb ideas or contents anyway, but they just go there to browse “easy” contents in a quick and superficial way, contents that don’t provoke any thought.

This blog instead is the best destination for those that I consider my best ideas. It seems obvious now, but I had to publish a certain amount of stupid posts on it before understanding this.

So until the next evaluation, the strategy will be this: keep the contexts separated, and pay more attention to quality than on quantity.


Notes: * in case you never heard about them, they are two quite popular movies with the same lead actor: human feces.

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