Qualcuno se la cava bene davanti la telecamera, dopotutto

Molto bella l’intervista di oggi in cui Roberto Fico ha decisamente vinto contro Maga Magò in “Mezz’ora”. Lei ci ha provato in tutti i modi a punzecchiarlo (del resto sul suo huffington post fa un lavoro sistematico di lancio letame addosso al Movimento 5 Stelle), ma decisamente non è riuscita a mettere a segno nessun colpo.

Più si va avanti, e più mi dico che se si riandasse a votare ridarei il mio voto al movimento. Ingenui, inesperti, disorganizzati, eppure comunque una spanna sopra gli altri. Mentre i giornalisti italiani sono veramente imbarazzanti per come ne parlano.

Eurovision Song che?

L’evento della cui esistenza ho saputo solo l’anno scorso (grazie a una sublime presenza trash, e come ti sbagli) e che poi ho scoperto essere una cosa di proporzioni enormi, quasi un’olimpiade europea della musica. Gente si assembra davanti alle tv per assistere alla finale, con i preferiti, i pronostici, i popcorn, e tutto il resto.

Ebbene me lo sto vedendo adesso: ed e’ noioso. Canzoni una piu’ sciapa dell’altra, e soprattutto nei pochi testi che ho potuto capire  ci sono per lo piu’ banalita’ colossali.

Da quello che ho capito c’e’ anche il trucchetto: il paese che vince deve organizzare l’evento l’anno successivo, ma l’organizzazione e’ cosi’ costosa che per molti paesi vincere rappresenta in realta’ una mezza sciagura.

Ancora sugli aerei

Ma perché l’aria dentro gli aerei deve essere una tale ciofeca? E’ scritto per contratto da qualche parte che deve essere così disumanamente secca, e che prima del decollo dentro la cabina passeggeri ci debbano pompare più aria puzzolente di carburante possibile? Ci sono limiti tecnici che non permettono un’aria migliore… o è proprio che alle compagnie aeree piace asfissiare i passeggeri?

Ho una certa ammirazioni per le hostess, che fanno col sorriso un lavoro che credo sia terribilmente stancante. E se è anche vero che probabilmente le istruiscono a puntino durante i corsi di formazione (“sorridi e sii un angelo con ogni cliente”), se fingono, fingono veramente bene. Io a muovermi in quegli spazietti angusti, in cui ogni passo lo devi pianificare, in cui ti becchi spintarelle e piccole botte in continuazione, sarei talmente sfiancato che altro che sorrisi…

Where is the cat?

In realtà continuo a pensarlo, che parlo l’inglese molto bene. Del resto lo penso già a partire da qualche anno, visto che è da parecchio che riesco a parlare in maniera fluente su tutto quello che mi passa per la mente.

Però ci sono ancora degli errori, che sono il mio tallone d’Achille. Il tempo passa e io continuo a scoprire nuove imperfezioni.

Per esempio la pronuncia della h, come qualcuno mi ha fatto notare qualche mese fa: semplicemente la ignoravo. Per dire arm e harm usavo praticamente lo stesso suono. Notato l’errore, questo dovrei ora averlo finito di correggere un po’ in tutte le parole.

Poi ci sono le insidie storiche che continuo a portarmi dietro, apparentemente invincibili. Mi hanno fatto notare, sempre recentemente, che uso in modo interscambiabile beach e bitch… per non parlare del mio atavico nemico: shit al posto di sheet!

Il cafone col bagaglio troppo grande negli aereoporti

Se come me volate con una certa frequenza con le compagnie low cost, e’ probabile che vi sia capitato di vederlo in azione: il cafone col bagaglio troppo grosso che bisticcia con le hostess di fronte la porta d’imbarco dell’aereo.

Oh, per carita’, ce ne saranno vari rappresentanti anche stranieri, ma non sara’ mica un caso se a me e’ capitato di vederne sempre e solo italiani (e ti pare) a fare queste scene pessime.

Ammetto che compagnie low cost un po’ ci marciano su questa cosa, visto che le penalita’ che fanno pagare sono veramente alte (p.e. 50 euro Ryanair, 25 euro Vueling), quando scoprono che stai per imbarcarti con un bagaglio fuori misura.

Ma del resto quelli sono chiari e cristallini: questi sono i prezzi e le condizioni sulle dimensioni del bagaglio, se non le rispetti o paghi o il bagaglio lo lasci a terra.

Ma una regola cosi’ semplice a qualcuno proprio non gli entra.

Mentre ‘sto qualcuno blocca la fila sfiancando la povera hostess (che probabilmente se ne sciroppa piu’ di uno al giorno), parte con le sue motivazioni: “Eh ma c’ho viaggiato pe’ du’ anni co’ sta valigia! Come sarebbe che mo’ non va bene piu’? Ma che state fori?” oppure di ritorno dal weekend a Madrid alla malcapitata spagnola: “Ma non e’ possibile, ci ho viaggiato all’andata con la stessa valigia, e mo’ al ritorno volete che pago? No no, mi faccia parlare con un superiore”.

Insomma, io nella figura della hostess risponderei “tesoro, a me non importa se hai viaggiato 2 o 50 anni con quel bagaglio in passato. Ne’ mi importa se la collega italiana non ha fatto bene il suo lavoro e ti ha fatto imbarcare con un bagaglio fuori norma. Io sono responsabile del mio di lavoro, che e’ applicare le regole. Le regole sono scritte, le hai accettate comprando il nostro servizio, se non ti va bene semplicemente non usare piu’ il servizio (leggasi “vedi da andattene a vola’ co’ qualcun altro”).

E’ una regola una. E’ semplice da rispettare. Se non la rispetti paghi (salato, e’ vero).

Prenditi la responsabilita’ dei tuoi errori caro bloccatore di file, e magari la prossima volta invece che usare il tuo tempo a incavolarti perche’ devi pagare un sovrapprezzo, usalo prima per accertarti che il bagaglio entri dentro quel benedetto contenitore. Grazie!